PASSATO E FUTURO: 7 VILLE A MONACO

Di Cristiano Gatti

MONACO. Il Principato custodisce vere e proprie meraviglie architettoniche, da scoprire seguendo la curva di un viale o di una strada, nel cuore di una cornice verde o ai piedi di una torre moderna come la Tour Odéon. Tra la spensieratezza della Belle Époque e l’eleganza patrizia, tra lo spirito della Dolce Vita e i profumi d’Oriente, tra l’Art Nouveau del secolo scorso e le nuove sfide del XXI secolo, con la complicità della piattaforma culturale della Société des Bains des Mer – SBM, MonteCarloTimes vi invita a visitare sette sontuose ville di Monaco, le cui silhouette sono diventate l’emblema del Principato. Prima di tutto due ville/musei: la Villa Sauber e la Villa Paloma. Al numero 17 di avenue Princesse Grace si trova la Villa Sauber, un gioiello e una delle ultime della Belle Époque a Monaco. Il suo nome si deve a quando fu acquistata dal pittore inglese Robert H. Sauber nel 1904, che nell’ala ovest pose le sue tele e i suoi cavalletti. Alla vigilia della prima guerra mondiale, il pittore e la moglie la vendettero ma, indubbiamente affezionati al luogo, la riacquistarono nel 1925 per lasciarla definitivamente all’inizio degli anni Trenta. Infine, nel 1969, dopo diversi proprietari, la villa e i suoi giardini divengono proprietà dello Stato monegasco che la ristruttura e la riapre  come Museo Nazionale. Dal 2009, numerose mostre d’arte contemporanea hanno impreziosito le pareti del Nuovo Museo Nazionale di Monaco (NMNM). Questo titolo è ora condiviso con Villa Paloma, la deliziosa casa patrizia situata al numero 56 di boulevard du Jardin Exotique. Nel 1913, l’americano Edward N. Dickerson decise di unire sei appezzamenti di terreno, sparsi tra diversi proprietari, per costruire una villa e il relativo giardino. Dall’alto dei suoi tre piani, quella che all’epoca si chiamava Villa Coquette domina la Condamine, il Rocher e il port Hercule, futuro Porto di Fontvieille. Prese il nome di Villa Paloma nel 1925, uscì gravemente danneggiata dalla seconda guerra mondiale e deve la sua rinascita al signor Joseph Fissore, suo nuovo proprietario dal 1950. La villa fu allora dotata di una piscina e di magnifici giardini “antichi”. Acquistata dallo Stato nel 1995, la bella dimora patrizia è diventata nel 2010, accanto a Villa Sauber, la seconda sede espositiva del NMNM: allo stesso tempo specchio del patrimonio del Principato, luogo di diffusione della creazione contemporanea e punto di incontro delle discipline. Tra luoghi di storia ma anche di riflessione sulle sfide del futuro, sorge la superba Villa La Vigie, serena custode dello spirito della Riviera. Alla fine di un viale fiancheggiato da limoni, cipressi e buganvillee, la sua architettura neoclassica si erge su tre livelli ai margini di Monaco: Villa La Vigie veglia sulla baia di Roquebrune-Cap-Martin dal 1902. Un’oasi di pace ideata e progettata da e per il lord inglese Sir William Ingram, politico e personaggio mediatico. Tutto intorno, con vista sul mare, un magnifico parco alberato, allestito come un giardino esotico. Un po’ più in basso, l’hotel Monte-Carlo Beach, leggenda degli anni ’30. Residenza imprescindibile del paesaggio monegasco, è famosa per essere stata per molti anni la residenza di Karl Lagerfeld, che l’affittò dalla SBM in cambio di una splendida ristrutturazione, ma il sito è celebre per aver ispirato un maestro dell’Impressionismo, il pittore Claude Monet, protagonista della mostra estiva 2023 del Grimaldi Forum di Monaco intitolata “Monet en Pleine Lumiere”. Proprio in questo luogo l’artista scelse di installare il suo cavalletto e dipingere due tele intitolate “Monte-Carlo visto da Roquebrune”. Due opere impressioniste che riflettono la luce unica della Riviera e le sue sfumature di blu, verde e rosa. Uno appartiene ora a una collezione privata americana, l’altro fa parte della collezione del principe Alberto II di Monaco. I giardini de La Vigie sono classificati come rifugio dalla Lega per la protezione degli uccelli (LPO): gabbiani e altre specie endemiche vengono a nidificare liberamente in questo Eden, dove tutto è concepito per la loro salvaguardia. Oggi la villa è una meta ambita per l’organizzazione di eventi di alto livello.  Abbiamo accennato a  memoria e futuro, ed ecco che sta per avvenire una fantastica trasformazione! 600 m² di superficie abitabile, sei camere e suite con bagni in marmo, terrazza di 237 m², giardino esotico, servizi di alta gamma… oltre a questi servizi eccezionali, gli ospiti di Villa La Vigie beneficiano di un accesso privilegiato al lungomare del Monte-Carlo Beach Club. A partire dalla prossima estate 2025, il giardino ospiterà una piscina privata con pool house e servizi. Un’ulteriore dimostrazione che questa dimora storica ed esclusiva è in continua evoluzione per il massimo comfort dei suoi clienti. Un’altra villa ancora molto “viva”, che ospita diversi appartamenti, è Villa Riberi, in boulevard d’Italie 19, un’esplosione di Art Nouveau come in passato. All’ombra della vertiginosa torre dell’Odéon, la Villa Riberi, più vecchia di oltre 100 anni, gode di una vita felice nel quartiere Rousse, dove risiede dal 1908. Per chi volesse vivere nel lusso quando il presente è ispirato dal passato c’è poi la villa L’Oiseau Bleu, il neoclassico immobile in avenue Crovetto Frères 17, un gioiello architettonico costruito nel 2011 e progettato dall’architetto Alexandre Giraldi. Di ispirazione neoclassica, con i suoi balconi in ferro battuto e i colonnati, questo edificio eccezionale rende omaggio al patrimonio monegasco. Situato nel quartiere Jardin Exotique, questo lussuoso edificio di 13 piani comprende 21 appartamenti di lusso con terrazze e una palestra. Gli ultimi piani sono occupati da un attico triplex. Sempre nel quartiere del Jardin Exotique si trova la sconcertante e intramontabile Villa Ispahan o Villa Danichgah, un palazzo orientale nel Principato, al numero 57 del boulevard du Jardin Exotique. Costruita nel 1910, questa sontuosa villa era la residenza del principe Arfa Mirza Riza Khan. Diplomatico persiano, umanista e brillante letterato, amico di Pierre Loti e di S.A.S. il Principe Alberto I. La sua architettura, direttamente ispirata alla Moschea dello Scià di Isfahan, la terza città più grande dell’Iran, resta un monumento della raffinatezza persiana nel cuore di Monaco. I suoi minareti blu, la facciata in terracotta colorata, le iscrizioni persiane e gli arabeschi che simboleggiano il leone solare, emblema della Persia imperiale, le conferiscono un aspetto unico. All’interno, i marmi cangianti, i mosaici e gli altri ornamenti in foglia d’oro sono d’epoca. Museo d’arte e cultura persiana negli anni ’60, poi messa in vendita nel 2019, Villa Isfahan è oggi la sede del consolato indonesiano a Monaco. Last but not least, vi presentiamo la straordinaria Villa Troglodyte, ovvero il lusso scolpito nella roccia! Tra le residenze d’eccezione di Monaco, la Villa Troglodyte in Avenue Hector Otto è sicuramente una delle più singolari. Prima del suo genere nel Principato, è il geniale lavoro dell’architetto Jean-Pierre Lott. L’idea? Modellare l’abitazione in base a ciò che l’ambiente ci offre, incorporare la casa nel paesaggio e non viceversa. Scavare volumi anziché costruire, far entrare la luce e aprire panorami, sfruttare le energie naturali, tra geotermia, energia solare e recuperi di acqua piovana. A questa villa rivestita di roccia e vegetazione si accede attraverso una faglia. Poi, tramite una piccola passerella sospesa, si attraversa una piscina che sembra un lago sotterraneo, fino a raggiungere un’ampia sala con pavimento in legno riciclato. La villa si sviluppa su cinque livelli, tutti inondati di luce naturale attraverso finestre realizzate su misura, integrate nella pietra. E attraverso questo dialogo tra la roccia e l’ambiente costruito, la Villa Troglodyte pone la questione del rapporto tra l’uomo e la natura… Una vera e propria prodezza architettonica e ambientale, una formidabile sfida di ingegno e un’affascinante riflessione su a cosa potrebbero assomigliare molti luoghi d’abitazione in futuro.

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