CACCIA ALL’UOMO CHE HA INCISO NOMI SUL COLOSSEO
dal Team di MonteCarloTimes.eu
MONACO-ROMA. Si sa, il turismo ha il suo bello, sia nel Principato di Monaco che ne percepisce gli utili in una notevolissima percentuale del suo bilancio, sia a Roma, la città top performer del Pil che, grazie all’industria dell’ospitalità, si trova al primo posto della classifica con circa 7,6 miliardi di euro. Ma il turismo ha anche un suo solido rovescio della medaglia tanto che, per esempio, ogni estate il Municipio di Monaco si unisce alla Direzione del Turismo e dei Congressi e alla Société Monégasque d’Assainissement per sensibilizzare i residenti e i visitatori sulla necessità di contrastare l’inquinamento ambientale, in particolare sulla piaga dei mégots, i mozziconi di sigaretta. Infatti, il personale della Direzione del Turismo distribuirà posacenere tascabili in varie zone del Principato e, come promemoria, sono state allestite diverse MégotBox davanti alle sedi comunali. In quanto a Roma, si sa per esperienza che il conto del Giubileo 2025 sarà assai salato per la Città Eterna, nonostante o forse proprio per la presenza di oltre 30 milioni di pellegrini nel corso dell’anno. Per non parlare inoltre del vandalismo voluto e/o inconsapevole che ha preso la Capitale particolarmente di mira quest’anno, vedi Fontana di Trevi o la famosa Barcaccia in piazza di Spagna, e che non ha risparmiato, ultima vittima in ordine di tempo, neppure il celeberrimo Colosseo. Mentre scriviamo, la polizia sta indagando dopo che un turista è stato filmato mentre incideva nomi su un muro del’anfiteatro da un altro visitatore, che ha rimproverato verbalmente l’uomo prima di consegnare la registrazione agli agenti di sicurezza. «Ivan+Hayley 23»: una scritta che rischia di costare almeno 15 mila euro di multa e il carcere fino a cinque anni al turista che, in vacanza a Roma con la fidanzata, ha pensato bene di sfregiare il Colosseo armato di un mazzo di chiavi. Il ragazzo non è ancora stato identificato ma le sue immagini, inizialmente pubblicate sulla piattaforma Reddit e poi rimbalzate in tutto il web, sono immediatamente diventate virali. Immagini dove lo si vede, con camicia azzurra e zainetto sulle spalle, voltarsi e sorridere appena scopre di essere inquadrato, come se nulla fosse. Forse inconsapevole di stare compiendo un atto di vandalismo ai danni di un’opera dall’inestimabile valore storico e artistico! In un’ intervista del Corriere del Ticino sull’autore di questa “prodezza”, il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi ha le idee molto chiare: «È un cretino». E nemmeno tanto originale, prosegue il celebre critico d’arte: «Un cretino che ha fatto un gesto automatico, molto diffuso nei secoli». Un gesto, quello di incidere un graffito, che alcune volte si è rivelato utile per risolvere i problemi legati alla cronologia dell’arte e alla sua datazione, spiega Sgarbi. Il riferimento è alle scritte fatte nell’antichità, e giunte ai nostri giorni, che ci hanno consentito di conoscere l’epoca precisa di un’opera «quando queste opere d’arte erano particolarmente antiche». Come, ad esempio, alcuni graffiti di età romana. Non di certo il caso del turista davanti ai muri dell’Anfiteatro Flavio. Un gesto che, infatti, è stato definito dai media italiani come una forma di vandalismo culturale. «Esatto – ha confermato Sgarbi –, anche se rimane una cosa comunque consueta e molto diffusa». Questo non è il primo caso e non sarà nemmeno l’ultimo. «Naturalmente il danno è più simbolico che reale», precisa. «per il quale comunque occorre fare a questo ragazzo una multa molto pesante”. Attualmente, il reato compiuto dal turista al Colosseo è previsto dall’articolo 635 del codice penale sul danneggiamento a chi deturpa o imbratta un bene culturale, che prevede la possibilità di applicare il Daspo per questa tipologia di comportamenti. Se infatti in un primo momento il D.A.SPO. (letteralmente Divieto di Accedere alla manifestazioni SPOrtive), era mirato unicamente a contrastare la violenza negli stadi, è stato poi esteso anche ad altri ambiti: sono così stati introdotti il Daspo per i corrotti e il Daspo Urbano, specialmente diretto ai responsabili degli atti vandalici contro opere d’arte o luoghi storici. Ma cosa ne dicono gli irriducibili “writers” ? Sappiamo che esiste un vecchio duello bipartisan, se i graffiti siano arte oppure no, e una disputa sul «fino a che punto» può spingersi la “dipendenza da bomboletta”. Secondo gran parte degli italiani intervistati in proposito, il confine è netto: i graffiti non sono arte se feriscono una coerenza architettonica e storica. Sono pazientemente tollerati quando non hanno senso, come certe dichiarazioni personali a volte pure divertenti, ma mai quando sono scarabocchi o penose stramberie lessicali. Insomma, sono arte quasi mai, e quasi mai possono confrontarsi con gli schizzi tratteggiati dal grande Bansky, portato a Roma dal mecenate Emanuele, a cui si deve anche la riqualificazione di Tor Marancia con la vera street art sulle pareti della borgata. I graffiti «abusivi» sporcano ciò che è di tutti, non aiutano a migliorare l’immagine di Roma Caput Mundi, che sappiamo alquanto sporca fin dai tempi del realismo caravaggesco, stancano i residenti, e disgustano chi ci viene per turismo. In quanto all’Amministrazione, essa non realizza la gravità della situazione, tanto che destina all’Ufficio Decoro del Dipartimento Ambiente solo 50.000 euro l’anno, fondi che bastano appena per gli interventi di emergenza e qualche pulizia straordinaria, come nel caso di scritte offensive verso istituzioni o religioni, frasi a sfondo razziale o di cattivo gusto. La cifra a disposizione dovrebbe essere aumentata almeno di sei volte tanto, dato che almeno 300.000 euri l’anno servirebbero per la sola rimozione delle scritte.
Oggi come oggi, a parte le recenti proposte di legge avanzate da Fratelli d’Italia per contrastare gli eco-attivisti che vandalizzano beni culturali, chi si da’ molto da fare è l’Associazione Nazionale Antigraffiti, un’organizzazione apolitica e aconfessionale che non ha fini di lucro, che opera in totale autonomia, sia economica che decisionale. Vive grazie al sostegno dei soci e di sponsor che, di volta in volta, aderiscono a sostegno delle diverse iniziative proposte, oppure scelgono di optare per collaborazioni continuative e sinergiche. Nel 2007 il presidente dell’Associazione, il giornalista Andrea Amato, ha avviato la prima inchiesta nazionale sul graffitismo vandalico. Attraverso questo lavoro, condotto da Giulia Di Nicolò, con il supporto dell’istituto di Statistica della Facoltà di Scienze Politiche di Milano, l’analisi approfondita sul fenomeno vandalico presente in tutta Italia ha evidenziato e ufficializzato la reale portata dei danni al Paese, quantificabili in milioni di euro ogni anno. L’Associazione, nata il 6 marzo 2006, analizza il problema dei graffiti presenti su palazzi, monumenti e spazi del vivere comune caratterizzando, positivamente e negativamente, l’arredo urbano. Al centro di questa analisi, una linea di confronto con i cittadini basata sul dialogo e l’avvio di iniziative per il decoro e la tutela delle città. L’Associazione, attraverso lo studio attento e la comparazione di diverse esperienze internazionali a riguardo, suggerisce proposte e soluzioni per contrastare gli effetti negativi di questo fenomeno di degrado. Cosciente della differenza che intercorre tra “graffito-opera d’arte” e “graffito-atto vandalico” sostiene una politica di preservazione dei beni immobili come ricchezza del patrimonio artistico e culturale italiano. Per una maggiore sensibilizzazione sociale, l’Associazione promuove campagne civiche e iniziative rivolte a tutti i cittadini. L’obiettivo della prevenzione, fondamentale per recidere la radice vandalica, è organizzare dei corsi di educazione civica, mirati sull’argomento graffiti, nelle scuole medie e superiori, dove si insegna che esistono luoghi “intoccabili”. E’ inoltre allo studio l’istituzione di un tavolo permanente di confronto con i produttori di vernici spray al fine di individuare soluzioni tecniche – tecnologiche al problema della rimozione dei graffiti. Grazie alla continue pressioni fatte agli organi preposti è stato possibile un divieto di vendita di vernici spray ai minori con l’obbligo di richiedere il documento di identità al momento dell’acquisto. Tornando al graffitaro del Colosseo, se nella città della Grande Bellezza noi mostrassimo indifferenza e sciocco grarantismo, permettendo che questa meraviglia venga stuprata impunemente con ghirigori e segnacci, vorrebbe dire che non ci meritiamo il monumento quasi intatto che i nostri antenati hanno faticosamente preservato da incendi, invasioni e carestie. Noi pensiamo che sarebbe doveroso da parte di tutti i nostri Ministeri (Ambiente, Cultura, Turismo, Giustizia, et cetera) scoraggiare questi comportamenti, richiedendo una condanna esemplare.
N.B. L’Associazione Nazionale Antigraffiti è l’unica associazione Italiana iscritta dal 2007 al Network Internazionale Nograf – con sede negli Stati Uniti
http://www.associazioneantigraffiti.it/ http://www.nograffiti.com/temp/graffitil_links.htm