CONTRO LE GUERRE RICORRIAMO ALLA FEDE E ALLA SPERANZA
Di Ilio Masprone – Editore – Cavaliere del Principato di Monaco per meriti culturali
Per questo inizio d’anno 2025, MonteCarloTimes fa appello a una grande virtù, affinché ne possa eventualmente scaturire un fattivo colloquio tra il nostro giornale e i lettori. Nel segno della speranza contro i venti di guerra che agitano il mondo, dallo stato di stallo della guerra Russia- Ucraina, all’attacco di Hamas a Israele dell’8 ottobre, fino alla minaccia nucleare da parte dell’ Iran, in questo editoriale abbiamo fatte nostre le riflessioni di alcuni grandi personaggi, tra i quali spicca un’intervista dl 1956 all’intellettuale e politico francese André Malraux (1901-1976). Frasi che risalgono a ben sessant’anni or sono appaiono oggi singolarmente profetiche: «La violenza della spinta islamica è il grande fenomeno della nostra epoca… I dati del problema suggeriscono che saranno stabilite successivamente varie forme di dittatura musulmana attraverso il mondo arabo… Quando dico “musulmano” penso a strutture meno religiose che a strutture temporali sotto la dottrina di Maometto… esiste una moltitudine di islamici “miserabili” che hanno poco da perdere e che preferiscono mantenere la loro condizione all’interno di una comunità musulmana…” Miserabili, così li definisce Malraux, e noi li vediamo ogni giorno a Gaza, mantenuti tali dalle ricche nazioni musulmane e dallo stesso Hamas, in una condizione che crea fondamentalismo, tirannia e terrore, la stessa condizione che spinge una marea umana a rifugiarsi in Occidente. La prima reazione è quella di erigere steccati, ma questo non è degno del pensiero democratico. L’autore de “La condition humaine” non smise mai di credere nell’Occidente e noi dobbiamo capire che, quando in un suo scritto affermò anche che il secolo XXI «sarebbe stato religioso» egli asseriva la necessità di “ritrovare una dimensione concreta della speranza». Ciò che serve oggi è dunque sperare in un mondo che è al di là di noi, non però supinamente in un regno dei cieli che ci abituerebbe alla rassegnazione, ma credere in una speranza condivisa, sia questa religiosa o laica. Un altro grande francese, Henry Bergson, nume tutelare della filosofia francese moderna e premio Nobel della Letteratura nel 1927, lasciò questo mondo ottantenne, nel 1941, all’inizio di una guerra che aveva purtroppo previsto. In “Le due sorgenti della Morale e della Religione” il pensatore scrisse che essendo “…l’Europa sovrappopolata, come lo sarà tutto il mondo, senza la razionalizzazione delle risorse, le guerre sono inevitabili” e ancora “… l’umanità geme, per metà schiacciata sotto il peso dei progressi che ha fatto. Eppure dovrebbe sapere che il suo futuro dipende da lei stessa”. Viviamo un’immensa crisi della nostra civiltà, e mai come ora bisogna accordarci sul fatto che è necessario agire insieme, dimostrando la nostra capacità di resistere contro la barbarie. Il pensiero corre automatico al famoso discorso di Churchill, che nel 1940 offriva agli inglesi “… sangue, fatica, lacrime e sudore” per una “…vittoria a tutti i costi, vittoria malgrado qualunque terrore, vittoria per quanto lunga e dura possa essere la strada, perché senza vittoria non c’è sopravvivenza”. Tutte le personalità e organizzazioni religiose, di ogni confessione, hanno chiesto ai fedeli di rifiutare di farsi prendere dal panico come dall’odio, e in particolare il Papa Francesco ha definito quella che stiamo vivendo una terza Guerra mondiale “fatta di tanti pezzi”, colma di responsabilità e problematiche da affrontare dimostrando fede e speranza per un futuro di pace. Infine, tra le voci musulmane, abbiamo scelto di riferire quella dei giovani scout musulmani di Francia, secondo i quali l’attuale barbarie “riflette la volontà deliberata di creare divisione e di seminare la paura.” Con il difendere Libertà, Uguaglianza e Fratellanza, “fondamenta della Repubblica francese e delle grandi democrazie d’Occidente”, l’associazione vuole credere che “la fratellanza umana esiste e resiste. Contro il progetto di morte, scegliamo la vita.”