di Virgina De Masi
NIZZA. Due importantissimi elementi hanno alimentato le fantasia dello scorso e dell’attuale secolo: i romanzi e il cinema. Quando avviene che queste due espressioni artistiche si integrano, le sollecitazioni si decuplicano. Questa intuizione è alla base del Festival de Nice “Cineroman”, organizzato fin dal 2019 con l’intenzione di celebrare nel 2021 il 100° anniversario degli studi “Victorian”; una previsione riuscita, in quanto gli studi, costruiti infatti nel 1921 al fine di creare uno spazio cinematografico in Costa Azzurra sullo stile hollywoodiano, sono attualmente funzionanti e di proprietà del Comune di Nizza. A promuovere il Festival, che in sei edizioni è cresciuto fino ad ottenere fama internazionale, sono Nathalie e Daniel Benoin, una coppia di successo dedicata al cinema: lei costumista e lui attore e scenografo. Le sei edizioni, nonostante la fase pandemica del 2020, hanno avuto una progressione importante, trovando un riconoscimento unanime sulla capacità di far emergere una tipologia di cinema dal raffinato profilo culturale. Quest’anno, il Festival si è svolto dal 30 settembre al 5 ottobre al Pathè Gare Du Sud e presso L’Artistique con più d 48 proiezioni tra film in concorso, anteprime e film cult. Inoltre, si sono svolti al Théâtre de l’Artistique incontri, masterclass, dibattiti e letture, per non parlare delle emozioni condivise dagli attenti spettatori nel buio delle sale. Tra le pellicole proiettate “Saint-Ex” di Pablo Aguero, “Louise Violet” di Eric Besnard e “La Reine Margot “di Patrice Chereau. Prestigiosa la giuria presieduta da Matthieu Delaporte e Alexandre de la Patellière, i brillanti realizzatori de “I Tre moschettieri” e de “Il Conte di Montecristo”. Accanto a loro, molto applauditi anche giurati di fama come Philippine Leroy-Beaulieu, Laetitia Dosch, Aurélie Saada, Enki Bilal, François Berléand, Jérémie Renier e, naturalmente, il socio onorario Danièle Thompson, il cui contributo è stato essenziale per il successo di questo evento. In questa edizione del Festival, l’organizzazione è stata attenta a rivolgersi anche alle nuove generazioni, con la speranza di dare il giusto riconoscimento ai grandi romanzi dell’Ottocento, troppo spesso percepiti come un dovere dai giovani, mentre il posto che meritano è quello del piacere. I recenti adattamenti di opere classiche come le due citate di Alexandre Dumas sono appunto un invito a riconnettersi con questi capolavori letterari. Infine ieri, 5 ottobre 2024, la serata di chiusura del Festival ha proiettato un film che sicuramente meraviglierà il pubblico internazionale, tratto dalla biografia di Niki de Saint Phalle, “Niki” di Céline Sallette, visibile in Italia dal 9 ottobre. Nathalie e Daniel Benoin hanno celebrato il biopic in un contesto raffinato, proprio per far emergere l’intensità dell’anima artistica e della sensibilità psicologica che traspare dal libro dell’artista, dimostrando come la drammaticità dei tormenti di una vita sofferta venga illuminata dalla speranza creativa. Niki de Saint Phalle, pseudonimo di Catherine-Marie-Agnès Fal de Saint Phalle (Neuilly-sur-Seine, 29 ottobre 1930 – San Diego, 21 maggio 2002), è stata una pittrice, scultrice, regista e realizzatrice di plastici, famosa per le sue grandi e colorate sculture femminili, chiamate Nanas. Esposte all’Hotel Negresco di Nizza, si possono ammirare anche in Italia, nel “Giardino dei Tarocchi” a Capalbio. Ad interpretare l’artista, che ha lasciato il segno nella storia dell’arte e del femminismo affermando la libertà delle donne attraverso il suo lavoro, l’attrice canadese Charlotte Le Bon, che era presente alla serata con tutto il cast, per incontrare gli addetti ai lavori e il pubblico, tra cui molti ospiti italiani, venuti ad omaggiare una storia francese che ha avuto una forte influenza anche nella Penisola. Il pubblico selezionato ne ha apprezzato sia la drammaticità sia la vivacità rigenerante della protagonista, stupenda ad ogni cambio di immagine. Come durante tutta la settimana, anche in “Niki” l attenzione degli organizzatori del Festival è stata sollecitata dalle continue emozioni espresse dalla narrazione e dalle capacità tecniche degli operatori, in particolare la fotografia. Che qui è stata particolarmente innovativa, addirittura sorprendente, considerazione comune nelle riflessioni del dopo Festival, la cui selezione di film da parte degli organizzatori ha meritato sicuramente una settimana dedicata a Nizza e alla vivacità culturale messa in campo.