CI HA LASCIATI IL GLACIOLOGO CLAUDE LORIUS

Di Katia Ferrante

MONACO. Il francese Claude Lorius, un eminente glaciologo le cui spedizioni hanno contribuito a dimostrare che gli esseri umani sono responsabili del riscaldamento globale, è morto pochi giorni orsono, il 21 marzo 2023, primo giorno di primavera, alla veneranda età di 91 anni. Una volta disse: “Non ho scelto la scienza, ho scelto l’avventura”.  Nel 1956, appena uscito dall’università, si unì a una spedizione in Antartide, dove le temperature erano fino a – 40gradi centigradi. Nonostante ciò, Lorius e altri due giovani scelsero di vivere lì per due anni, sopravvivendo con scorte limitate e una radio difettosa. È stato il suo amore per l’avventura che lo ha portato sulla strada utile ad identificare e prevedere un futuro disastro climatico per il pianeta. In questo campo, qui nel Principato si e’ all’avanguardia: come abbiamo pubblicato circa un anno fa,  il principato di Monaco ospita la sede dell’ IHO, istituita nel 1921 per sostenere la sicurezza della navigazione e la tutela dell’ambiente marino, e non solo.  Il sovrano stesso, grazie alla sua Fondazione, mantiene un fermo impegno verso la protezione degli oceani e della biodiversità marina. Nel gennaio 2009, desiderando saperne di più sull’impatto del riscaldamento globale sul continente, il Principe Alberto parti’ per una spedizione di un mese in Antartide, dove visito’ 26 avamposti scientifici, avendo modo di incontrare esperti di cambiamento climatico.  Durante il viaggio, giunse fino al Polo Sud, rendendolo l’unico capo di stato in carica ad aver visitato entrambi i poli. Purtroppo, il Mediterraneo è tra le Aree Prioritarie per la biodiversità più esposte ai cambiamenti climatici, basti pensare che, se anche il riscaldamento globale si limitasse a 2 °C al di sopra dei livelli pre- industriali, in futuro l’aumento delle temperature potrebbe superare gli estremi registrati storicamente, con potenziali stress da calore per i sistemi naturali e umani, provocare un aumento dei livelli del mare, del livello delle maree e degli eventi meteorologici più estremi, portando addirittura a estinzioni locali in zone in cui la riproduzione diverrebbe non più praticabile. Oggi, la combinazione tra temperature più elevate e quantità uguali o inferiori di precipitazioni ha gia’ comportato una riduzione dell’umidità del suolo, dando luogo alla siccità che si sta patendo, e che purtroppo fa prevedere incendi boschivi e pericolo di alluvioni. Nel mondo, sono gia’ stati riscontrati alcuni casi di mortalità di massa di specie marine a seguito di piogge intense che hanno determinato l’abbassamento della salinità del mare. Per tutti questi motivi, annualmente nel mese di marzo si tiene l’annuale Monaco Ocean Week. Ma torniamo all’eminente glaciologo Lorius e alle 22 spedizioni da lui guidate in Groenlandia e specialmente in Antartide, lui sempre piu’ affascinato dai suoi misteri.Tra le tante scoperte, e’ singolare il fatto che la sua fondamentale scoperta, riguardante il riscaldamento del pianeta, avvenne per caso. Fu una serendipity, una rivelazione inattesa, anche se non cosi’ famosa come quella di Cristoforo Colombo, che come si sa scoperse l’ America cercando la rotta per le Indie… Per Lorius, fu durante un viaggio in Antartide nel 1965, quando un whisky con cubetti di ghiaccio estratti come campioni, lo portò a dimostrare il ruolo dell’umanità nel riscaldamento della superficie terrestre. Su come avvenne esattamente, lo racconto’ molti anni dopo: “Una sera, dopo una perforazione profonda, nella nostra roulotte stavamo bevendo un bicchiere di whisky, in cui avevamo messo dei cubetti di ghiaccio vecchio”, ha detto. “Vedendo le bolle d’aria scintillare nei nostri bicchieri, mi è venuta l’idea che fossero campioni dell’atmosfera intrappolata nel ghiaccio.” Rendendosi conto del potenziale scientifico dell’analisi dell’aria intrappolata, decise quindi di studiare i carottaggi di ghiaccio, campioni estratti dal ghiaccio che fungono da capsule del tempo congelate. Forando il ghiaccio, Lorius ha perforato il passato, penetrando, sono le sue parole, il “ghiaccio della prima era glaciale”. La sua ricerca sulle bolle d’aria intrappolate nel ghiaccio è stata pubblicata nel 1987. Ha dimostrato che, mentre l’anidride carbonica era sempre solo leggermente variata, dopo la rivoluzione industriale le concentrazioni di gas serra erano aumentate vertiginosamente con l’aumento delle temperature. La ricerca di Lorius gli ha portato fama internazionale e ha permesso agli scienziati di guardare indietro a oltre 160.000 anni di registrazioni glaciali.Il Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (CNRS) ha affermato di non lasciare “spazio a dubbi” sul fatto che il riscaldamento globale sia dovuto all’inquinamento provocato dall’uomo. Da quel momento in poi, Lorius è diventato un attivista, e nel 1988 è stato l’esperto inaugurale del Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Nel 2002 è stato insignito della medaglia d’oro del CNRS insieme al suo collega Jean Jouzel, ed è stato anche il primo francese a ricevere il prestigioso Blue Planet Prize giapponese, che e’ assegnato a individui o organizzazioni eccezionali il cui lavoro contribuisce in modo significativo almiglioramento dell’ambiente globale. Claude Lorius e’ mancato, ma il suo monito di agire per proteggere la terra in modo da poterla tramandare alle generazioni future resta oggi estremamente vivo.

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